Questa fiaba è dedicata al mio adorato nipotino Davide
LA
VERA STORIA DELLA REGINA DEI GHIACCI
e
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ra una notte di tregenda!!
Non è l’inizio di una favola, ma una notte di una notte
dell’estate duemilasette a Givoletto.
Pioggia, tuoni, fulmini, vento. Mi sono svegliata di
colpo con la paura che fosse andata via la luce che di notte in casa tengo
sempre accesa perché io ho terrore del buio.
Rassicurata dal fatto che tutto era normale mi sono
riaddormentata e ………..
S
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tavo camminando in una strada di campagna con i prati
colmi di viole (come nell’Andrea Chenier) e una varietà infinita di fiori e
alberi bellissimi, alcuni fioriti, altri carichi di frutti appetitosi così
bassi che bastava allungare una mano per prenderli. Gruppi di persone che sedute
qua e là sul prato facevano il picnic mentre bimbi correvano felici giocando a nascondino. Sembrava
un quadro di Monet tanto era perfetto; allora ho capito che mi trovavo in un
sogno.
D
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i colpo mi fermai, attonita. Un uccellino che stava su di
un ramo mi interpellò dicendomi: “Ci crederesti che questo posto era chiamato
il regno della Regina dei Ghiacci?” e dopo una breve pausa continuò:” Se vuoi
te la racconto la storia di questo regno”. Io senza parlare feci un cenno di
assenso con il capo, perché avevo paura di svegliarmi. L’uccellino allora
incominciò a raccontare …..
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a regina dei ghiacci era una strega cattivissima che
comandava il popolo con il terrore. Al minimo sgarbo (e non sempre si trattava
di sgarbi veri) i poveri sudditi venivano tramutati in blocchi di ghiaccio e fu
così che poco per volta in quel paese uomini e ragazzi erano quasi tutti
spariti, con grande gioia della regina cattiva.
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n giorno la regina stava camminando tutta felice in
questa strada che era diventata un lastrone di ghiaccio con gli alberi
scheletriti dal freddo e gli uccellini che per il raffreddore non riuscivano
più a volare e tutti gli altri animali con la tosse e la bronchite quando d’un
tratto si fermò che le era sembrato di sentire un lamento. Infatti sopra ad un
albero stava appollaiata una bimbetta tutta sporca e lacera che piangeva
disperata proprio vicino ad un blocco di ghiaccio che un giorno era stato suo
padre.
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a regina cattiva stava per esprimere la sua gioia, perché
più le persone soffrivano più lei era felice, quando guardando nel profondo
degli occhi della povera bambina, vide riflessa nelle sue pupille tutta la
felicità di quando viveva con la sua famiglia, prima che il suo papà venisse
tramutato in quel blocco di ghiaccio e nella sua mente perversa s’insinuò il
ricordo della propria famiglia, della felicità che provarono i suoi
genitori quando lei nacque e l’amore con
la quale la circondarono man mano che cresceva. Ma il ricordo così com’era
venuto in un battibaleno svanì.
L
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a regina cattiva si avvicinò all’albero per guardare più
da vicino la povera bambina ed in quel mentre una lacrima grande grande scivolò
dall’occhio della piccola e si posò sulla mano di ghiaccio della regina che
l’avvicinò al proprio cuore. Come il calore della lacrima raggiunse il cuore della
regina cattiva il ghiaccio che l’avvolgeva incominciò a sciogliersi e si
sciolsero anche tutte le cose lì attorno e anche i blocchi di ghiaccio che
prima erano uomini, il castello, gli alberi. tutto il ghiaccio che avviluppava
tutte le cose si sciolse ed il regno ritornò alla bellezza e al calore che
aveva centinaia e centinaia di anni prima. Tutto si normalizzò e ritornò la
felicità.
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osa era successo perché quel regno cambiò a quel modo?
Centinaia e centinaia di anni prima quel regno si
chiamava “Il regno dei fiori”, quando un bel giorno al re e alla regina, che
erano già un po’ avanti con gli anni, nacque una bambina bellissima, che
diventò la loro gioia e dei sudditi che l’adoravano.
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uando la fanciulla compì ventuno anni il re e la regina
diedero una gran festa. Invitarono tutti i regnanti dei dintorni che avevano dei
figli per trovare uno sposo degno della bellissima principessa loro figlia.
Invitarono anche fate, maghi, streghe, che anche in quell’epoca lontana
proliferavano come oggi i vari “VIP” che passano da una festa all’altra
bollando la cartolina di presenza.
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ra le fate, che erano le uniche che potevano fare degli
incantesimi, c’era la fata Bastiana, che in onore del suo nome era sempre
contraria a tutto quello che facevano o dicevano le altre fate, che presentò
alla principessa ( e oh!!!!! Ho dimenticato di dirvi che la principessa si
chiamava Felicita) un rospo di principe, per il quale il bacio di una qualche
principessa non era andato a buon fine. infatti, è sì diventato un principe, ma
è rimasto rospo come bellezza. Naturalmente Felicita lo disdegnò e la fata
Bastiana per dispetto fece l’incantesimo avviluppando nel ghiaccio lei e tutto
il regno e sentenziò che tutto quel ghiaccio si sarebbe sciolto solo quando il
cuore della principessa avrebbe provato pietà verso qualcuno, pensando che
questo non sarebbe mai accaduto. (Potenza della pietà e dell’animo umano!).
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rrivata a questo punto un tuono più forte mi svegliò. Ma
il sogno rimase indelebile nella mia memoria e così mi affrettai a scriverlo e
credo che come in tutte le fiabe che si rispettano finì che vissero tutti
felici e contenti.
ORTENSIA CORALLINI
PS. Questa fiaba da
me inventata assomiglia un p0’ alla Bella addormentata, ma la licenza poetica
passa questo ed ……. Altro ……
PS.PS. mi è venuto
il dubbio che il detto “Bastian Contrario”
derivi proprio da questa fiaba. MA!?
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