mercoledì 13 luglio 2011

LA REGINA DEI GHIACCI


Questa fiaba è dedicata al mio adorato nipotino Davide


LA VERA STORIA DELLA REGINA DEI GHIACCI

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ra una notte di tregenda!!
Non è l’inizio di una favola, ma una notte di una notte dell’estate duemilasette a Givoletto.
Pioggia, tuoni, fulmini, vento. Mi sono svegliata di colpo con la paura che fosse andata via la luce che di notte in casa tengo sempre accesa perché io ho terrore del buio.
Rassicurata dal fatto che tutto era normale mi sono riaddormentata e ………..
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tavo camminando in una strada di campagna con i prati colmi di viole (come nell’Andrea Chenier) e una varietà infinita di fiori e alberi bellissimi, alcuni fioriti, altri carichi di frutti appetitosi così bassi che bastava allungare una mano per prenderli. Gruppi di persone che sedute qua e là sul prato facevano il picnic mentre bimbi  correvano felici giocando a nascondino. Sembrava un quadro di Monet tanto era perfetto; allora ho capito che mi trovavo in un sogno.
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i colpo mi fermai, attonita. Un uccellino che stava su di un ramo mi interpellò dicendomi: “Ci crederesti che questo posto era chiamato il regno della Regina dei Ghiacci?” e dopo una breve pausa continuò:” Se vuoi te la racconto la storia di questo regno”. Io senza parlare feci un cenno di assenso con il capo, perché avevo paura di svegliarmi. L’uccellino allora incominciò a raccontare …..
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a regina dei ghiacci era una strega cattivissima che comandava il popolo con il terrore. Al minimo sgarbo (e non sempre si trattava di sgarbi veri) i poveri sudditi venivano tramutati in blocchi di ghiaccio e fu così che poco per volta in quel paese uomini e ragazzi erano quasi tutti spariti, con grande gioia della regina cattiva.  
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n giorno la regina stava camminando tutta felice in questa strada che era diventata un lastrone di ghiaccio con gli alberi scheletriti dal freddo e gli uccellini che per il raffreddore non riuscivano più a volare e tutti gli altri animali con la tosse e la bronchite quando d’un tratto si fermò che le era sembrato di sentire un lamento. Infatti sopra ad un albero stava appollaiata una bimbetta tutta sporca e lacera che piangeva disperata proprio vicino ad un blocco di ghiaccio che un giorno era stato suo padre.
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a regina cattiva stava per esprimere la sua gioia, perché più le persone soffrivano più lei era felice, quando guardando nel profondo degli occhi della povera bambina, vide riflessa nelle sue pupille tutta la felicità di quando viveva con la sua famiglia, prima che il suo papà venisse tramutato in quel blocco di ghiaccio e nella sua mente perversa s’insinuò il ricordo della propria famiglia, della felicità che provarono i suoi genitori  quando lei nacque e l’amore con la quale la circondarono man mano che cresceva. Ma il ricordo così com’era venuto in un battibaleno svanì.
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a regina cattiva si avvicinò all’albero per guardare più da vicino la povera bambina ed in quel mentre una lacrima grande grande scivolò dall’occhio della piccola e si posò sulla mano di ghiaccio della regina che l’avvicinò al proprio cuore. Come il calore della lacrima raggiunse il cuore della regina cattiva il ghiaccio che l’avvolgeva incominciò a sciogliersi e si sciolsero anche tutte le cose lì attorno e anche i blocchi di ghiaccio che prima erano uomini, il castello, gli alberi. tutto il ghiaccio che avviluppava tutte le cose si sciolse ed il regno ritornò alla bellezza e al calore che aveva centinaia e centinaia di anni prima. Tutto si normalizzò e ritornò la felicità.
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osa era successo perché quel regno cambiò a quel modo?
Centinaia e centinaia di anni prima quel regno si chiamava “Il regno dei fiori”, quando un bel giorno al re e alla regina, che erano già un po’ avanti con gli anni, nacque una bambina bellissima, che diventò la loro gioia e dei sudditi che l’adoravano.
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uando la fanciulla compì ventuno anni il re e la regina diedero una gran festa. Invitarono tutti i regnanti dei dintorni che avevano dei figli per trovare uno sposo degno della bellissima principessa loro figlia. Invitarono anche fate, maghi, streghe, che anche in quell’epoca lontana proliferavano come oggi i vari “VIP” che passano da una festa all’altra bollando la cartolina di presenza.
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ra le fate, che erano le uniche che potevano fare degli incantesimi, c’era la fata Bastiana, che in onore del suo nome era sempre contraria a tutto quello che facevano o dicevano le altre fate, che presentò alla principessa ( e oh!!!!! Ho dimenticato di dirvi che la principessa si chiamava Felicita) un rospo di principe, per il quale il bacio di una qualche principessa non era andato a buon fine. infatti, è sì diventato un principe, ma è rimasto rospo come bellezza. Naturalmente Felicita lo disdegnò e la fata Bastiana per dispetto fece l’incantesimo avviluppando nel ghiaccio lei e tutto il regno e sentenziò che tutto quel ghiaccio si sarebbe sciolto solo quando il cuore della principessa avrebbe provato pietà verso qualcuno, pensando che questo non sarebbe mai accaduto. (Potenza della pietà e dell’animo umano!).
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rrivata a questo punto un tuono più forte mi svegliò. Ma il sogno rimase indelebile nella mia memoria e così mi affrettai a scriverlo e credo che come in tutte le fiabe che si rispettano finì che vissero tutti felici e contenti.



ORTENSIA CORALLINI


  
PS. Questa fiaba da me inventata assomiglia un p0’ alla Bella addormentata, ma la licenza poetica passa questo ed ……. Altro ……

PS.PS. mi è venuto il dubbio che il detto “Bastian  Contrario” derivi proprio da questa fiaba. MA!?
  

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