Il
tempo. La sua poesia la sua memoria. La poesia del tempo perduto. Parafrasando
(con molta umiltà ) Marcel Proust.
Il
tempo dunque è il filo conduttore, l’argomento principe che ha guidato i nostri
pensieri la nostra “recherche” negli incontri di “PAROLE in GIOCO in questo
anno accademico 2007/08.
E’
stato in seguito al suggerimento della docente di pittura Antonella Castrignano
che abbiamo adottato con entusiasmo il tema della “Poesia del Tempo”. Tema
esteso anche agli altri laboratori come ceramica, patchwork, ecc. ne nasce quindi una collaborazione fra
le varie discipline. Difatti, nei nostri primi incontri abbiamo lavorato
intensamente su questo punto per fornire con i nostri scritti, idee, immagini,
sui quali trarre ispirazione.
Già
nell’anno accademico precedente, 2oo6/o7, avevamo preso spunto da Mario Rigoni
Stern per parlare delle stagioni. E quindi abbiamo proseguito col tempo
dell’autunno, dell’inverno, con la loro
poesia, i loro colori, e la memoria. La memoria di un tempo che non c’è
più, che grazie alla felice intuizione di Antonella Castrignano abbiamo sviscerato, reso visibile ed
indelebile usando il mezzo della scrittura, strumento principe del nostro
laboratorio, e attraverso i racconti, ricostruiti passo passo, di una vita dura
e difficile, che ha accompagnato la prima giovinezza di Angela Lanotte, oggi
filtrata da un tempo che ci appare così lontano e proprio per questo così pieno
di poesia come un vecchio film di De Sica o Rossellini, di un’Italia
dimenticata o sconosciuta, di cui Angela va giustamente fiera ed orgogliosa. Maria Ghio così eternamente solare sempre
pronta a regalare un sorriso, riesce a calare nel dolore e riportare alla luce
momenti di magia come quando bambina volava sulla bicicletta,
rimpannucciata tra le braccia del suo
papà che come ali di un angelo la
proteggevano e Ortensia Corallini creativa, arguta e sempre così attenta ad
elargire pillole di saggezza ha voluto fare un salto di qualità inventando una
fiaba che naturalmente con cuore di nonna dedica al suo nipotino. Silvia Scirè limpida nella sua naturale spontaneità,
inconsapevole regala immagini di fresca fanciullezza in piccoli racconti che
compongono un diario prezioso per lei e le vicissitudini che la animano ed
infine Maria Grazia La Monica, che sollecitata dal tema, la poesia del tempo,
in un flash irripetibile coglie un velo di malinconica bellezza, un po’ nascosta, e forse mai colta, oppure
se colta mai focalizzata, di un angolo della sua casa.
La
scrittura, la poesia, l’arte in tutta la sua complessità, stanno in quella capacità di vedere e cogliere nell’ attimo fuggente, la scintilla illuminante e misteriosa, delle
piccole cose, che le fa apparire uniche e rare. “Illuminazioni” per dirla alla Rimbaud. Naturalmente poi
occorrono gli strumenti per concretizzare queste “illuminazioni”, ed è questo che si propone l’UNI TRE con i suoi
corsi ed i suoi laboratori. Oltre al principio di aggregazione, costruire
insieme l’opportunità di esprimere le proprie idee, le proprie aspirazioni e
desideri, accantonati in un cassetto da una vita che con le sue dure esigenze
difficilmente consente di realizzare, di portare alla luce. Ed è con questo spirito che ringrazio le mie
adorate signore per l’affetto e la simpatia che mi dimostrano cosa che
contraccambio di tutto cuore.
l’UNI
TRE di San Gillio, realmente è un
crogiolo di persone speciali e sono felice di farne parte.
SILVANA COPPERI
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