mercoledì 13 luglio 2011

LA FIABA DELLA NONNA DI SILVIA


Mi ricordo che mia nonna mi raccontava la storia di Bianchina.
B

ianchina era nata in un castello e suo padre era un re. Un brutto giorno morì la regina, e così il re si risposò con una signora anche lei vedova e aveva due figlie.
Il re si assentava spesso per motivi di lavoro e Bianchina rimaneva a casa con la matrigna e le sorellastre.
La matrigna con lei era molto cattiva. Trattava bene le sue figlie ma con lei si comportava molto male. Le faceva fare i lavori domestici e la mandava al fiume a lavare la biancheria.
Ma un giorno di primavera con un sole splendido la povera Bianchina dopo aver lavato i panni volle fermarsi per godersi un po’ di quella splendida giornata e si era portata un gomitolo di lana per lavorare a maglia. Ma il gomitolo le cadde nell’acqua. Lei disperata ritornò a casa e lo raccontò alla matrigna la quale molto malvagia com’era le disse di tornare al fiume e di buttarsi dentro per raccogliere il gomitolo.
B

ianchina ascoltò il consiglio della matrigna, si buttò nel fiume ma non morì. Si ritrovò invece, in un bellissimo prato, pieno di fiori e una piccola casetta. Nella casetta vi abitava una vecchietta, che era una fata buona.
La povera Bianchina si trovò bene in quel luogo incantato e tranquillamente continuò a svolgere le sue attività domestiche. Preparava il pranzo e la cena per la vecchietta, che era una fata buona, ed era felice perché più nessuno la trattava male.
B

ianchina era buona d’animo e nonostante che la matrigna e le sorellastre la trattassero male le prese la malinconia.
Allora andò dalla vecchietta, che era una fata buona, e le disse:” io sto bene qui, lei è molto buona con me, ma a me manca la mia famiglia”.
La vecchietta, che era una fata buona, le disse:” Puoi andare, ma per ripagarti della tua gentilezza voglio farti un dono” e le fece un vestito tutto d’oro.
B
ianchina si buttò di nuovo nel fiume e ritornò a casa dalla matrigna e dalle sorellastre.
La matrigna quando vide il  vestito, con tutta la sua cattiveria e malvagità le chiese dove avesse preso quel bel vestito tutto d’oro.
B

ianchina allora le raccontò tutta la storia. La matrigna invidiosa ordinò alle sue due figlie:”Andate  al fiume e buttatevi dentro anche voi e fate lo stesso come ha fatto Bianchina”.
Le due sorellastre andarono al fiume e vi si buttarono. Anche loro si ritrovarono in quel luogo fiabesco, la casetta, e la vecchina, che era una fata buona. Ma, ahimè! Le due bambine erano talmente viziate che invece di aiutare la vecchina, come aveva fatto Bianchina, poltrirono tutto il giorno e così quando tornarono a casa la vecchina, che era una fata buona e giusta, le ricoprì di pece  e la madre quando le vide ritornare così conciate si arrabbiò tantissimo.

Mia nonna quando raccontava questa storia cantava: 

A mille cene nel mio cuor
Fiabe da narrar
Da narrar
Non serve l’ombrello
Il cappottino bello
Per venir con me
Con me
Basta un po’ di fantasia
E di bontà

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